mercoledì 15 giugno 2016

The Red Ogre Who Cried

Once upon a time, there were two ogres. One was red, and the other was blue. 
The red ogre wanted to become friends with children in a village nearby. 
So, the red ogre put up a sign in front of his house: 
"Home of a Gentle Ogre
All Are Welcome
Tea and Tasty Cakes Available"
But no one showed up, and the red ogre grew puzzled, sad, and angry.
"I'm such a kind ogre -- why would nobody visit me?" Despairing, the red ogre even
tore down the sign: "This is useless."
Moved by his friend's feelings, the blue ogre said, "Look, I have a plan."
The blue ogre's plan was for him to pretend to terrorize children and then have the red ogre
chase him off, "rescuing" them from him. The plan went without a hitch, and the red ogre 
became the most popular creature among the children, and all came to play with him.
After a happy day of enjoying the children's company, the red ogre found a letter from the
blue ogre. The letter said, "My Dear Red Ogre, if people find out that you are a friend of
the Bad Blue Ogre's, they will not let the children come to you any more. So, I'm leaving.
Please live happily with the children. Goodbye. Blue Ogre."
The red ogre cried out, "Blue Ogre is gone! A dear friend of mine! He is gone!"
And he wept.
The red ogre and the blue ogre were never to see each other again.

lunedì 15 settembre 2014

Note stonate

Un'irrequieta melodia, si dipana nel campo
arcaici ricordi orfani del forese cerbero.
L'arsa terra all'irrazionale divampo
germoglia logore piante figlie del dimero.

Il contadino si desta e al miracolo tripudia
rimembrando una prole dall'arcaico passato.
Ma l'acre intonazione del frutto il gusto assedia
dissipando il mero miraggio del rupestre imbranato.

Un sabato di strana follia è stato consumato
senza che l'umano intelletto ne giovi godimento.
Il timido albatro di cera il sole costeggia
dove il ricordo dell'ardito Icaro troneggia.


P. Felith

giovedì 1 novembre 2012

Il burattino e l'ornitorinco

Senza meta, da un bambino accompagnato
il burattino recide i fili del creato
intimorito rivolge lo sguardo alla platea
sperando in un sorriso non viziato dalla dea

In viaggio verso l'animale designato
un ornitorinco, dal fato è plasmato
scoraggiato dall'età ormai errante
non sa se eclissare l'idea all'istante

Inadeguato al volo e al parlare
spera in un surrogato da raccontare
vittima del giudizio esterno devanstate
sfinito, si abbatte al suolo ansimante

Dalle spoglie ormai razziate
nuove piante sono nate
ma il ricodo del ribelle
si perde senza elle


P. Felith

domenica 21 ottobre 2012

Narcisismo Relativo


Pareto di bellezza prorompente
opinione accettata dalla gente
singolo narcisista dissidente
conscio della varianza che lo attende
dalla media relegato nel niente
non si cura del giudizio cautamente.

P. Felith

sabato 20 ottobre 2012

Stato transitorio



Verde è l'aurora di neve
nell'inverno transitorio di sole
in una stanza divideva il dì
cercando uno sbocco al mare.
P. Felith

giovedì 4 agosto 2011

Caos e ancora caos

Un caos innaturale
in un inverno di natale
un triste riferimento
in un involucro di cemento
un inizio e fine
in fredde rovine

una fine e inizio
in uno smemorato orifizio.

P. Felith

lunedì 1 agosto 2011

Il tramonto di ghiaccio

Poniamo il caso che ogni certezza venga meno, che i pilastri del nostro essere: affetti, famiglia, amore; vengano irrimediabilmente distrutti dalla realtà.
Così che ogni malessere venga amplificato al fine da ritrovarci naufraghi di noi stessi.
Alcuni attraverso mondi paralleli potrebbero alterare la funzione di misura percettiva in modo da rendere il codominio più accettabile, altri potrebbero invece tentare di bilanciare le funzioni percettive lasciando invariata quella di misura (il codominio viene modificato). La differenza tra le due scelte è la stessa che intercorre tra il sogno e la realtà, forse nessuna se consideriamo il sogno come figlio di se stesso.
Ammettendo che ci sia una realtà, la seconda scelta porta al cambiamento percettivo del nostro essere: di minore rilevanza se la modifica riguarda solo le funzioni di percezione esterne, di maggiore rilevanza se il cambiamento coinvolge anche le funzioni interne (stiamo riplasmando la percezione di noi stessi).
Quando il nostro essere diventa un fardello che non siamo più in grado di portare, allora distruggere la propria percezione per crearne un'altra attraverso una traslazione ci permette di non abbandonare noi stessi, ci permette di "interagire" con la nostra anima attraverso una prospettiva diversa.
La distruzione a volte può avvenire in maniera dolorosa, ossia intraprendendo azioni contrarie al nostro essere al fine di rimodellare la percezione della distanza che intercorre tra l'essere e il non-essere. Percorrendo questa strada è possibile intravedere il tramonto di ghiaccio, la sensazione della fine di un ciclo, che lascerà intatto nella nostra memoria il ricordo del non-essere. Andare contro i propri principi per rafforzarli, per comprendere quanto siano importanti. Un tramonto necessario per aumentare la percezione di se stessi, un freddo che sopraggiunge divorandoci l'anima e solo una speranza: l'alba ossia la consapevolezza del nostro essere. Senza il tramonto di ghiaccio non è possibile rendersi conto di quanto sia caldo il sole, o meglio di quanto sia meraviglioso il proprio essere.

P. Felith

lunedì 18 aprile 2011

Pensieri Sparsi

"La dinamicità nella staticità v.s. la staticità nella dinamicità, un eterno secondo che cerca di essere primo, ma alla fine sa che dovrà scendere per sentirsi in alto. Un paradosso che nasconde un sogno: l'essere senza apparire." P. Felith
"Anche la mediocrità non resiste e si trasforma in volgarità, rumorosa banalità in un tempio di superficialità." P. Felith
"Parlammo del sesso degli angeli, un inconcludente argomento in un finito tempo, per poi scoprire che gli angeli non hanno sesso, ma fanno sesso." P. Felith
"Tra l'indifferenza e la confidenza della mediocrità: la prima a sinistra grazie." P. Felith
"Una vita palindroma, nessuna genesi ma l'apice massimo nella mediana." P. Felith
"L'infinita essenza diventa la propagazione del pensiero collettivo." P. Felith
"La validazione di uno stato d'animo senza un modello analitico porta all'empirismo dell'infinità di emozioni." P. Felith
"Quanto tempo ho buttato per capire che buttavo tempo e quanto ne dovrò buttare per recuperarlo. Ma ho recuperato il tempo che avrei buttato continuando a buttare tempo" P. Felith
"4 si per 4 no, a volte è necessario un paradosso per evitarne un altro" P. Felith
"I traumi nella vita portano a rotture che modificano il proprio essere, sta alla persona trasformarle in forza o in paura" P. Felith

lunedì 28 marzo 2011

Immobile mutare

In un campo di speranza vestuto
un fantoccio denigrato dal vento
attende lo spegnersi del giorno
immobile sperando in un sogno

Guardiano di statica follia
rimembra un passato di poesia
visione di un mondo distante
mutata come barbara realtà ansimante

Il tempo denigra le vesti
vittima delle oscure menti
fermo nel suo dinamico pensiero
perso nel riferimento di banalità giornaliero.

Un vaso pieno di paura duratura
paladino dall'immobile cavalcatura
non salvare questo mondo distante
che la speranza è migrata all'istante.

P. Felith

venerdì 15 ottobre 2010

Silvia

Un dolce sogno estivo dissetante
in una bianca mattina soleggiante
annunciata da un rosso profumo inebriante
un domani speranzoso ridondante

La mia mente vaga in una stanza
in cerca di un pensiero volante
evocato dal tuo sguardo danzante
che innalza il mio io titubante

La mia indecisa gabbia racchiude la stanza
vola libero mio infante
non badare agli animi di malizia stagnate
sogna la sua bellezza fuorviante

Una dama di splendore incarnate
con un sorriso di passione dilagante
che ispira un cavaliere tremante
Silvia non dimenticarmi in un istante


P. Felith